martedì 3 settembre 2013

L’era dei megalibri – Torna il Tarzan di Harold Foster




Ancora un post sulle riedizioni di Tarzan… D’altra parte il 2012 è stato il centenario del personaggio, come proclama ancora trionfalmente il sito dell’Edgar Rice Burroughs Company, che tra l’altro ospita anche le attuali Sundays – solo digitali – del Re della Giungla, nella versione di Roy Thomas e Tom Grindberg.



Siamo ancora nel pieno, pare, dell’età d’oro delle ristampe filologiche dei comics sindacati classici americani. Solo negli Stati Uniti, almeno per ora: d’altra parte noi abbiamo conosciuto qualcosa di simile negli anni Settanta del secolo scorso… Una particolarità  editoriale  – una nicchia nella nicchia – è costituita dai volumi di formato diciamo così estremo, ovvero, sostanzialmente, quello dei quotidiani americani di “alta epoca”. A parte un paio di casi che risalgono agli anni Settanta, editore quasi esclusivo di queste particolari pubblicazioni, tese a valorizzare al massimo i fumetti sindacati della produzione domenicale, è Peter Maresca della Sunday Press, che ha già al suo attivo otto volumi dedicati ai comics delle origini, fra fine Ottocento e primo Novecento e un nono è di imminente pubblicazione.





Adesso a Maresca si affianca la Dark Horse. È appena uscito un volume  molto particolare, Edgar Rice Burroughs' Tarzan: The Sunday Comics 1931-1933, ovvero la ristampa dei primi due anni circa  delle Sundays del Signore della Giungla, disegnate da Harold R. Foster (l’autore di Prince Valiant) fra il 1931 e il 1937. Il prezzo è notevole, 125 dollari, ma è acquistabile a molto meno ovunque, in rete.


Si tratta in sostanza del primo fumetto di tipo “naturalistico”, ovvero disegnato senza ombra di “pupazzettismo”, in uno stile che affianca e anticipa il taglio dei film d’avventura della sua epoca. Un cambiamento rivoluzionario, nel Fumetto americano – e mondiale – che ha influenzato direttamente Alex Raymond (Flash Gordon) e tutto il complesso albero genealogico che da quel gigante discende: Joe Kubert, Frank Frazetta, perfino Jeff Jones e Wally Wood, come ha fatto notare recentissimamente Thomas Yates. Il Tarzan domenicale di Harold Foster è, allo stesso tempo, di importanza storica fondamentale e di una bellezza sconvolgente.

Questa è la prima tavola, tratta dal .pdf promozionale della Dark Horse:
Quelle che seguono sono invece mie fotografie (scusate la bassa qualità) di pagine del volume:




Le domenicali di Tarzan, non solo di Foster ma anche dei suoi successori Burne Hogarth e Rubimor , con l’eccezione di Rex Maxon, erano state già edite integralmente dall’americana NBM, in una collezione di diciannove pregevoli volumi, negli anni Novanta:



 Lo stesso materiale (tranne il breve periodo disegnato da Rubimor, ovvero Ruben Moreyra) è stato in seguito edito in Europa, e anche in Italia, dalla Planeta, in diciotto volumi rilegati di formato più piccolo (senza Rubimor):



 La Dark Horse, dicevo, ha utilizzato nuove scansioni delle pagine stampate sui supplementi domenicali (evidentemente le proofs non sono disponibili), ne ha curato un restauro digitale piuttosto “spinto” ma non eccessivo e le ha impaginate in un formato quasi identico a quello originale. Il risultato finale è un volume senz’altro da avere, per chi può affrontarne, di questi tempi, la non trascurabile spesa.

Qualche interessante confronto fra le varie edizioni del Tarzan di Foster, citate sopra. Scusate la qualità, ma si tratta di fotografie scattate in condizioni non perfette: visto il formato, non ho potuto fare scansioni.

EDIZIONE DARK HORSE:


Un particolare tratto dall'ottava vignetta della tavola del 10 gennaio 1932.
Ci sono alcune cose da notare: nell'edizione NBM (vedi qui sotto) il tratto nero non è separato dagli altri colori, creando un effetto di "impastamento" generale. A mio giudizio, il volume DH ha una resa migliore, più fedele. C'è da dire che il formato relativamente piccolo dell'edizione NBM rende la cromia delle tavole, almeno a prima vista, in modo molto naturale e vicino alle clippings originali.
In entrambi i casi, Dark Horse e NBM, i retini tipografici a colori sono senz'altro originali, ma leggermente diversi tra loro. Qualcosa, nell'edizione attuale, può essere stato perso col restauro digitale, ma propendo per l'esistenza, nel 1932, di impianti tipografici leggermente diversi tra loro.

EDIZIONE NBM:


A puro titolo di curiosità, pubblico qui sotto lo stesso particolare, tratto dall'edizione europea Planeta-De Agostini, distribuita anche in Italia, in edicola, qualche anno fa e, curiosamente, "marchiata" Dark Horse.

EDIZIONE PLANETA:


Questa edizione ricalca, compresi i redazionali, quella americana della NBM, anche se a prima vista gli impianti sembrano diversi...

Un’interessante discussione su Edgar Rice Burroughs' Tarzan: The Sunday Comics 1931-1933, con molte immagini di esempio, la trovate in questo forum.

2 commenti:

  1. Aspettavo questo tuo commento, per chiedere il tuo parere sulla mia prima impressione sul libro ;-)
    Inutile dire che nutrivo grande attesa nei confronti del volume (come per il Gordon gran formato di IDW)e questo forse spiega la mia prima reazione, ma devo ammettere che al primo esame le domenicali hanno suscitato una leggera, inesplicabile delusione. Dopo un attimo di riflessione, ho capito che tale impressione scaturiva forse da un errore di "ingenuità" che la DH ha commesso a quanto pare anche nella ristampa del Conan della Marvel: il rapporto fra carta e colore. Queste magnifiche pagine e i loro colori retinati erano stati pensati per la carta di bassa qualità dei quotidiani, assorbente e non bianchissima. Ansiosi di offrire la massima qualità agli appassionati, gli editor della DH hanno deciso di utilizzare per questa edizione una patinata bianchissima, che poco ha a che vedere con il supporto originale di queste Sunday pages. Il risultato è un contrasto eccessivo (a mio parere) fra il bianco degli sfondi e i colori. E perfino un leggero "raffreddamento" di questi ultimi, per effetto del bianco abbagliante sui retini. Una percezione che è moltiplicata dal confronto con il color crema della vergatina non patinata utilizzata per l'introduzione e per le pagine di introduzione dei capitoli. Che ne pensi?

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  2. Caro Vertumno, ti rispondo all'interno del mio nuovo post. Grazie per le puntuali osservazioni!

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